Brigna Purin-a: Pavarolo promuove il suo prodotto tipico

XXVII edizione per la Sagra della Brigna Purin-a di Pavarolo. Sabato 15 giugno 2024 dalle 17:00 alle 20:00, la Piazzetta del Campanile si riempirà di bancarelle di agricoltori, artigiani e artisti per tutta la durata della manifestazione.

Tanti gli eventi che celebrano la Brigna Purin-a, una varietà di prugna, nonché un’eccellenza del Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese. Alle 15:00, visita allo Studio Museo Felice Casorati per osservare “Beldy seta, cotone, lana e raso“, la mostra dell’artista inglese Mabel Hardy Maugham. Alle ore 16:30, si svolgerà la passeggiata guidata tra i frutteti con Asd Nordic Walking, con ritrovo al piazzale Olmetto. Una camminata di 5 km, dalla durata di circa 2 ore su strade bianche.

A partire dalle 17:30, si potrà assistere alle esibizioni di piccoli cantanti mentre alle 18:30, ci sarà l’incontro con i sindaci e la presentazione del progetto: PISTAAA -La Blue Way Piemontese. Una rete di percorsi ciclopedonali che rappresenta un passo avanti verso la promozione della mobilità sostenibile. Durante la spiegazione, verranno esposti i dettagli, gli obiettivi per la sua realizzazione. Infine, dalle 19:00, sarà possibile assaggiare lo street food d’la brigna, a cura della Pro Loco.

Brigna Purin-a: un’eccellenza del distretto

La Brigna Purin-a è una varietà di susina, tipica del territorio di Pavarolo, conosciuta anche come “prugna di San Giovanni”. Ha dimensioni piccole quanto un’oliva e la sua particolarità sta nella sua precocità di maturazione. Rientra nel patrimonio agricolo locale, rappresentando un esempio di biodiversità agraria da preservare. La pianta da cui proviene la Brigna Purin-a richiede pochi trattamenti, rendendo il frutto una scelta ideale per l’agricoltura sostenibile e biologica.

La capacità della pianta di prosperare con pochi interventi e la sua propagazione naturale sottolineano un approccio agricolo rispettoso per l’ambiente. In questo modo, non solo si preservano le risorse naturali, ma viene anche favorita una maggior resilienza degli ecosistemi agricoli, sostenendo inoltre le comunità locali.

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